Fate pratica con la vostra fotocamera, con le diverse focali a disposizione, zoom o ottiche fisse: - Sulla messa a fuoco, sulla profondità di campo in riferimento al diaframma utilizzato, la distanza minima della messa a fuoco, ecc. - Verificate le alterazioni del vostro obiettivo, distorsioni ai bordi dell'immagine, alterazione della prospettiva in base alla focale utilizzata.
- Verificate in base all'utilizzo dei tempi di esposizione la definizione dell'immagine in rapporto al diaframma e alla sensibilità utilizzata. Controllate quale è la velocità più lenta di scatto che riuscite a mantenere con la macchina fotografica impugnata a mano, senza cavalletto, specialmente con gli obiettivi a lunga focale. - Inquadrate un volto a pieno fotogramma con tutte le ottiche e focali che avete a disposizione, dal grandangolare a tele, allo zoom. Con ogni obiettivo spostate il punto di ripresa in modo che la distanza tra gli occhi rimanga inalterata. Confrontate la resa prospettica.
Messa a fuoco su primo piano con diaframma aperto f/5,0
Qui vediamo come la massima apertura di diaframma con l'obiettivo in posizione tele (massima estensione) riduce drasticamente la profondità di campo, ossia l'estensione della messa a fuoco che si limita al soggetto frontale su cui il fuoco è stato impostato.
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011
Canon EOS 600D
ISO 200
Diaframma f/5
Otturatore 1/160 Lunghezza focale 44,0 mm
Messa a fuoco su sfondo con diaframma aperto f/5,0
Qui vediamo la situazione speculare rispetto alla foto precedente. La profondità di campo è ridotta al minimo e il fuoco è centrato sullo sfondo, perciò i soggetti in primo piano appaiono sfocati.
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011
Canon EOS 600D
ISO 200
Diaframma f/5
Otturatore 1/160 Lunghezza focale 40,0 mm
Messa a fuoco su primo piano con diaframma chiuso f/10,0
Qui vediamo che la chiusura del diaframma consente di rendere un pò più inciso lo sfondo, nonostante la messa a fuoco sul soggetto in primo piano.
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011
Canon EOS 600D
ISO 400
Diaframma f/10
Otturatore 1/160 Lunghezza focale 51,0 mm
Messa a fuoco su sfondo con diaframma chiuso f/10,0
Qui vediamo la situazione speculare rispetto all'alta immagine appena sopra: il fuoco è sullo sfondo, ma il diaframma chiuso, rende un pò meglio definiti anche il soggetto in primo piano.
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011
Canon EOS 600D
ISO 400
Diaframma f/10
Otturatore 1/160 Lunghezza focale 50,0 mm
Messa a fuoco intermedia con diaframma chiuso
Disponendo il punto di messa a fuoco in un punto intermedio tra il primo piano e lo sfondo e chiudendo il diaframma il più possibile, riusciamo a mantenere una discreta incisione per entrambi, ancora imperfetta.
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011
Canon EOS 600D
ISO 400
Diaframma f/8
Otturatore 1/160 Lunghezza focale 44,0 mm
Solo con il grandangolare tutto è a fuoco
Il massimo della profondità di campo si ottiene allargando l'angolo di visione dell'obiettivo e mantenendo il diaframma chiuso al massimo. Qui vediamo che sia lo sfondo sia il primo piano sono a fuoco.
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011
Canon EOS 600D
ISO 400
Diaframma f/8
Otturatore 1/160
Lunghezza focale 18,0 mm
Distanza minima della messa a fuoco. Obiettivo EF-S18-55mm
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011/2012
Canon EOS 600D
ISO 200
Diaframma f/8
Otturatore 1/160
Lunghezza focale 18,0 mm
Distanza massima della messa a fuoco. Obiettivo EF-S18-55mm
Suzanna,la mia coinquilina
Sesto San Giovanni inverno 2011/2012
Canon EOS 600D
ISO 200
Diaframma f/8
Otturatore 1/160
Lunghezza focale 55,0 mm
lunedì 21 novembre 2011
Seconda esercitazione:
confrontate foto di paesaggio di tre autori in termini di contenuto e stile.
Nelle immagini dei paesaggi di Ansel Adams si può ben notare il FORMALISMO ovvero uno stile d'arte e fotografia che sottolinea le forme rispetto alle altre componenti dell'immagine.
Un artista formalista non si cura di quello che è l'oggetto che sta fotografando bensì delle sue forme.
Il Formalismo può anche essere una componente minore del lavoro di fotografi con un forte impatto grafico o che elaborano notevolmente le loro composizioni.
Tra i più noti fotografi formalisti possiamo citare: Alfred Steiglitz, Edward Weston, Ansel Adams, e Margaret Bourke-White. Questo movimento in fotografia, è stato ispirato nei primi anni del 1920; prima di quest'ultimo lo stile predominante della fotografia d'arte è stato il Pittorialismo. Si trattava di uno stile molto romantico e soffuso.
Con la rivoluzione industriale americana fu soppiantato dal Formalismo. I progressi tecnologici vennero celebrati ovunque, anche nell'arte. Edwards e Adams diedero vita in California ad un'organizzazione chiamata "Gruppo F64".
Credevano che, avendo a disposizione una tecnologia meravigliosa, i fotografi dovevano servirsene al massimo. Non erano più accettate immagini sfocate, o con una forte carica emotiva.
Volevano tutto messo a fuoco, nitido, con piccole aperture, tutto molto preciso. Questo si può vedere nelle immagini dei paesaggi di Adams, dove tutto è a fuoco, tutto è in ordine, quasi troppo perfetto per la natura.
Qui di seguito due immagini di Edward Weston che mi hanno colpito particolarmente:
Una delle sue immagini più celebri, 'Pepper', scattata nel 1930,è un esempio del formalismo più puro. Tutto, in questi scatti, riguarda le forme degli oggetti o del corpo.Questa immagine ha causato grande scandalo quando è stata mostrata per la prima volta. La gente, infatti, pensava che fosse troppo erotica e sessuale.Questo dimostra la vera forza della forma rispetto ad altri elementi compositivi.E' possibile imparare molto analizzando e studiando il suo incredibile lavoro e la precisione utilizzata per le sue realizzazioni.
Edward Weston: Pepper' (1930)
Shells (1927) è un altra immagine di Edwards Weston in cui si esplora la forma, il design e la composizione riferendosi cosi alla Bellezza.
Franco Fontana è uno dei grandi Maestri della fotografia italiana. E’ riuscito a creare uno stile personale e riconoscibile, ridefinendo l’uso del colore (in un momento in cui la fotografia artistica era intesa soprattutto in Bianco e Nero), con colori netti, saturi e carichi al limite della innaturalità delle sue foto, combinato alla composizione scarna, geometrica, minimalista di paesaggi sia naturali sia urbani.
Joel Meyerowitz è nato a NewYork nel 1938. Ha cominciato a fotografare nel 1962. Si considera uno street photogropher, nella tradizione di Henri Cartier-Bresson e Garry Winogrand, anche se lavora esclusivamente a colori. Tra i primi sostenitori della fotografia a colori. Ha contribuito in misura sostanziale a cambiare l'atteggiamento verso l'uso del colore, portandolo da una posizione di diffidenza a una vera e propria rivelazione.
Le sue immagini a colori non erano stereotipate cartoline, ma suggerivano un nuovo approccio di ripresa. Un'originale innovazione che stimolava timide riflessioni in Europa e trionfalistici tributi negli Usa.
Quella fotografia che sorprende attimi di vita così banali della realtà esterna da sfuggire a qualsiasi possibile indagine visuale ha portato agli onori altri suoi conterranei e imitatori, soprattutto in Italia.
Modello Simple° Dal 13 dicembre 2011 al 14 gennaio 2012 La galleria Monopoli presenta la mostra MODELLO SIMPLE°, una collettiva di opere fotografiche di 12 autori incentrata sulla ricerca iconografica della rappresentazione del modello umano. L’intento di questa importante ricognizione, su uno dei cardini dell‘arte contemporanea, è anche quello di abbracciare tre generazioni di autori all’interno di un blocco sequenziale, da cui emergono le singole specificità d’interpretazione figurativa attraverso la fotografia. Gli autori definiscono un ampio raggio d’azione con la loro ricerca e con la loro attività, che rappresenta il frutto di una dimensione epocale in continua e rapidissima trasformazione. Il linguaggio codificato dalla tecnica espressiva si sviluppa intorno alla struttura figurativa,diventata punto di partenza per una riflessione teorica ed artistica sul modello di riferimento, il modello simple. La figura umana costituisce il campo tematico e si presta ad essere rivelata attraverso la fotografia in modi differenti dagli autori, ma rimane sempre lo specchio dove risiede l’immagine primaria, spesso evocata, fantasmica come accade nelle opere diCarmelo Nicosiae diCristina Omenettoche con la rilettura storica di immagini fotografichedel passato ripercorrono le strutture della memoria. Oppure può essere il punto d’arrivo di un lavoro decennale legato alla ripresa di una fotografia concettualmente archeologica come nella serie diMario Cresci. Fotografia morfologica, modelli in divenire sono quelli diDaniela Cavallo, ambigui e inquietanti nella loro dimensione quasi surreale come l’opera diFrancesco Radino, dinamiche e sfuggenti, al limite della leggibilità quelli diPio Tarantini. Aperte alla lettura sociologica ed evidentemente realizzate nell’ambito di una possibile antologia di tipologie sociali contemporanee sono le figure diChiara Tocci , Arianna ForcellaeFabio Barile, mentre all’interno della dicotomia tra il sé e l’io riflesso c’è l’opera diSilvia Camporesi. Imprescindibile il rapporto della figura con l’ambiente, un legame reso nella sua interezza nelle ampie vedute diCosmo Laera;completaFabrizio Bellomol’escursione nel vivere quotidiano con dialogo diretto con i soggettiche rimanda alla percezione del reale, al modello simple vivente. Gli autori sono: Fabrizio Bellomo, Fabio Barile, Silvia Camporesi, Daniela Cavallo, Mario Cresci, Arianna Forcella, Cosmo Laera, Carmelo Nicosia, Cristina Omenetto, Francesco Radino, Pio Tarantini, Chiara Tocci. Inaugurazione: martedì 13 dicembre 2011 ore 18.30 - 21.30 Curatrice: Antonella Pierno. GALLERIA MONOPOLI,via Giovanni Ventura 6,20134 Milano.